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La prova colore #1 : come scegliere la soluzione migliore

Perché ho deciso di parlare di prove colore ?

Perché ogni giorno mi capita di sentire frasi tipo :

“Abbiamo contestato il lavoro perché c’era troppa differenza rispetto alla prova colore”

“Non c’è problema , tanto avete i cromalin, basta che seguite quelli”

“Abbiamo fatto una messa in macchina che è durata mezza giornata perché non si riusciva ad arrivare al risultato della prova colore”

Quando sento queste frasi la mia mente visualizza una immagine chiara : fiumi di soldi.

Fiumi di soldi che assumono la forma di macchine ferme , persone di pessimo umore che ciondolano attorno a una macchina da stampa , responsabili qualità che devono compilare noiosi documenti per le contestazioni, merce ferma a magazzino , ritardi nelle consegne.

Sono sicuro che sai di cosa parlo.

Eppure spesso questo passaggio viene trattato con leggerezza o perlomeno dando per scontato che se fino ad oggi è andato tutto bene…..perchè non dovrebbe andare bene anche questa volta ?

Sono così convinto che questo elemento del processo di lavoro grafico sia fondamentale che ho deciso di dedicargli due post .

Di cosa ti parlerò in questi due post :

  1. Ti spiegherò a cosa serve la prova colore (fidati…non è banale) e come viene valutata in base alle norme ISO e alle consuetudini del mercato

  2. Farò poi una carrellata tra le prove colore più diffuse evidenziandone pregi e difetti

  3. Infine ti mostrerò come utilizzare la prova colore nel momento della verità ovvero nel momento dell’avviamento stampa

Prima di iniziare voglio sgombrare il terreno da un ingombrante fantasma : il Cromalin.

In sintesi “Cromalin” è il nome commerciale di una specifica prova colore nata nel 1970 che forniva un buon rapporto qualità / prezzo in un periodo nel quale l’unica soluzione alternativa erano le costosissime “prove a torchio” delle quali ti parlerò più avanti.

Sappi quindi che se un fornitore ti parla di Cromalin o è un fossile o usa per comodità un nome che tutti capiscono ma ti fornirà una prova colore la cui tipologia sarà verificare con attenzione.

Cos’è una prova colore e a cosa serve

In merito alle prove colore il riferimento più sicuro è la norma ISO 12647-7 che ha un solo difetto , comune a tutte le norme ISO , è di difficile lettura.

Esiste però un documento della Associazioni Aziende Grafiche di Modena che elenca le consuetudini del settore e così commenta :

Quando si parla di prove colore…“si fa riferimento alla miriade di stampe fornite dai clienti, alcune del­le quali anche molto belle, ma asso­lutamente incoerenti rispetto alle re­ali condizioni di stampa e alle carte utilizzate. A fronte della consegna di una tale prova, priva dei requisiti del­la prova contrattuale (scala ricono­scibile e misurabile), è comunque op­portuno fare formale contestazione altrimenti può poi risultare proble­matico ottenere lo stesso risultato nella fase di stampa.”

Questa definizione , apparentemente polemica , pone una questione importante :

- non esiste un solo tipo di prova colore ma ne esistono molte .

- non tutte sono adatte ad essere utilizzate come strumento di controllo della stampa

Partiamo quindi da un punto importante .

Oggi si preferisce parlare di “prova contrattuale” più che di “prova colore”

Ora ti spiego meglio.

Una prova contrattuale è tale se ha delle caratteristiche che le permettono di mettere d’accordo i bisogni del cliente e dello stampatore.

Il cliente infatti chiede :

  • Che i colori del prodotto finito siano il più possibile simili a quelli della prova

  • Poter dare indicazioni sicure a fornitori diversi  (ad esempio grosse produzioni divise tra più stampatori ) o molto lontani (pensa ad esempio a un fornitore cinese )

  • Avere un documento utilizzabile dal controllo qualità

  • Ottenere una base oggettiva in caso di contestazione

Lo stampatore chiede :

  • Una guida attendibile nella fase di avviamento macchina

  • Una prova firmata dal cliente che ne accetta il risultato cromatico

  • Un documento utilizzabile in tribunale nel caso venga contestato il prodotto (se vuoi approfondire l’argomento leggi questo post)

Una prova colore quindi può essere contrattuale se :

  • Riproduce il risultato finale di stampa tenendo conto delle distorsioni generate dal supporto (carta o cartone)

  • Risponde alle caratteristiche richieste dalla norma ISO 12647-7 (di solito questo succede se è generata da macchine e software recenti )

  • Riporta una barra di controllo Fogra Wedge come quella sotto che viene utilizzata per controllarne la rispondenza ai valori standard richiesti dalla norma
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  • E’ stata misurata e validata utilizzando la scala Fogra Wedge e ha superato i test , in tal caso riporta una etichetta di check con la spunta dei test superati

  • Chi la fornisce ha una certificazione che attesta la periodica verifica e taratura della macchina che produce la prova colore

Nella seconda parte del post esaminerò le differenti prove disponibili attualmente sul mercato ma per ora mi basta farti capire la differenza tra quelle che sono adatte ad essere usate come prove contrattuali e quelle che non lo sono.

Alla luce di quello che ti ho mostrato fino ad ora ti sarà chiaro che NON possono essere considerate prove contrattuali :

  • Stampate laser o a getto d’inchiostro prodotte da stampanti da tavolo di livello “consumer” (quelle che trovi al Mediaworld per capirci)

  • Stampate digitali anche belle ma prive delle caratteristiche elencate poco fa ( barre di controllo Media Wedge etc)

  • Immagini a video o su tablet

Esistono diversi tipi di prove non contrattuali che hanno una loro specifica utilità :

  • Files pdf a video o su tablet possono essere utili a controllare lo stampato nella fase di progettazione

  • Stampate generiche per creare piccoli esempi del prodotto finito (ad esempio un packaging in miniatura)

  • Cianografiche per verificare la composizione del foglio macchina e fare un ultima verifica di testi e codici a barre prima della produzione

  • Menabò di cataloghi o brochure (una prova di bassa qualità cromatica creata solo per controllare che la sequenza delle pagine sia corretta)

In alcuni casi lo stampatore potrà chiederti di firmare sia la cianografica che il menabò in modo che sia chiaro che sono stati visti ed approvati ma queste prove valgono solo per le caratteristiche che ti ho mostrato poco fa e NON come guida per la stampa


In sintesi di cosa ti ho parlato ?

  • Di prove ne esistono tantissimi tipi anche belle da vedere ma….

  • Non tutte sono adatte ad essere utilizzate come guida per la stampa

  • Le prove da utilizzare come guida per la stampa oggi sono definire “contrattuali”

  • Le caratteristiche tecniche che devono avere sono definite dalla norma ISO 12647-7  e sono valide in tutto il mondo

Marco Rotondo

Marco Rotondo, più di 30 anni passati tra packaging e materiale per il punto vendita. Tesi di laurea sul comportamento del consumatore, autore di numerosi workshop dedicati al visual merchandising e al packaging.